Simone Weil era di origine ebraiche, ma non viene ricordata per la sua morte in un campo nazista come altri personaggi del Novecento. Se guardiamo infatti la sua data di morte 24 agosto 1943 sembrerebbe tutto sembrerebbe farci pensare al peggio ma in realtà morì ad Ashford, nella silenziosa e aristocratica campagna inglese. Le vicende personali della mistica francese la portano a vagare per il mondo
e a sposare cause diverse, in ultimo quella partigiana.
Leggendo le sue opere quello che colpisce è un senso di inquietudine , unito a estrema sicurezza nelle proprie credenze, nonchè una forte passione e amore per la vita. Tra qualche giorno ricomincerà la scuola: quella che potrebbe essere una routine noiosa e obbligata è vista dalla Weil in modo nuovo e originale. La chiave di tutto è l'attenzione: la scuola sviluppa questa facoltà che è a fondamento della preghiera; in qualche modo lo studio è il mezzo per avvicinasi a Dio, per sviluppare un dialogo con lui, o meglio per esercitarsi a un incontro personale che si manifesta nella preghiera.
La banalità con cui spesso guardiamo un esercizio di matematica è resa grande dalle parole della mistica francese; l'errore non è inutile, non è un segno della nostra costante incapacità o inadeguatezza bensì un passo in più verso la conoscenza del mistero di Dio :
"Se si ricerca con vera attenzione la soluzione di un problema di geometria, e se in capo a un’ora non
si é fatto nemmeno un passo avanti, ciononostante ogni minuto di quell’ora rappresenta unprogresso in una dimensione più misteriosa."
Quello che deve portarci a studiare è il desiderio, non tanto la volontà, che è piuttosto legata a aspetti materiali e sembra quindi propria di un lavoro manuale; è ciò che ci permette di stringere i denti e andare avanti. Il desiderio invece trova la propria attuazione nella gioia e nel piacere. Questi nascono da una consapevolezza che alla Weil sembra ben chiara: il fine è avvicinarsi Dio. Ogni cosa serve a sviluppare l'attenzione non solo rivolta a Dio ma anche agli altri, è quindi un modo per essere più partecipi e presenti alla vita, per saper guardare e capire i bisogni e le difficoltà del prossimo:
"Questo sguardo e anzitutto uno sguardo attento, in cui l’anima si svuota interamente del suo contenuto per accogliere in sé l’essere che guarda, quale è in se stesso."
Pensare in questo modo agli studi rende una cosa che fa parte o che è stata parte della quotidianità di molti straordinaria. E' un'occasione da non perdere tanto più che siamo obbligati a passarci attraverso. Ed è un utilità al di fuori anche di qualsiasi credo religioso perchè ci permette di affrontare la vita con uno sguardo più consapevole e attento a quello che succede. La scuola è quindi un tesoro , "gli studi scolastici sono come il campo che racchiude una perla: per essa vale certo la pena di vendere tutti i propri beni, senza eccezione, al fine di poterlo acquistate."